Identità – Limite – Conflitto

La quotidianità
Nei precedenti articoli abbiamo potuto conoscere che cos’è l’adolescenza e i suoi cambiamenti, ma che cosa possiamo osservare nella quotidianità?
Tutti i cambiamenti, corporei, cerebrali e psicologici, sono da inserire in un contesto sociale che anch’esso cambia. L’adolescente tenta di differenziarsi dal nucleo famigliare per trovare nuovi punti di riferimento nei compagni e negli altri adulti significativi come i professori, gli allenatori e i genitori dei suoi compagni.
Per l’adolescente è importante conoscere nuovi modi di vivere e di risolvere le avversità e i problemi così da aumentare la propria flessibilità di risposta in situazioni di difficoltà.
La mielinizzazione porta i ragazzi a oscillare tra comportamenti infantili a comportamenti più adulti. In questa oscillazione l’adolescente incomincia a prendersi le prime responsabilità che gli permette di aumentare la propria motivazione intrinseca. In questo percorso, però, non sempre l’adolescente riesce a portare a termine con successo le responsabilità prese, trovandosi in situazioni complesse sia per lui che per gli adulti di riferimento.
Abbiamo visto come nell’adolescenza si modifichi il livello di dopamina, molto basso in situazioni neutre, ma molto alto nelle situazioni nuove e piene di adrenalina.
Questo porta i ragazzi a esplorare e ricercare situazioni dove le loro capacità e i loro limiti possano essere messi alla prova. L’esplorazione diventa un bisogno fisiologico con lati positivi – l’adolescente si allena a saper fare con la conseguenza di un buon livello di autostima – e negativi – ricerca del pericolo con conseguenze a volte rischiose.
L’esplorazione porta l’adolescente a contatto con la frustrazione e con gli ostacoli superabili e insuperabili. Questo crea modifiche importanti nell’umore del ragazzo che passa, ad esempio, da essere felice e spensierato ad arrabbiato e frustrato e per finire triste e deluso.
La connessione tra il cervello razionale e quello emotivo non è ancora stabile negli adolescenti rendendoli meno capaci di riconoscere le emozioni proprie e altrui. Le loro emozioni sono come un enorme matassa di fili difficili da distinguere. Per l’adolescente questo rende complicato anche mettersi nei panni degli altri creando scontri e incomprensioni.
Le giornate passano e l’adolescente sente una forte attivazione corporea che però non riesce a riconoscere e a comprendere. Vivere nella quotidianità con queste improvvise vampate di emozioni è complesso e frustrante e trasforme tutto in nervosismo e rabbia o apatia e isolamento.
Le relazioni significative tra l’adolescente e i suoi coetanei e gli adulti significativi favoriscono il continuo sviluppo cerebrale: le esperienze relazionali plasmano i collegamenti neurali e di conseguenza plasmano la mente e il carattere dell’adolescente.
Come possiamo aiutarli a crescere in modo funzionale?
Lo vedremo nel prossimo articolo
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Luisa Forcherio
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