Domande frequenti

Di seguito, abbiamo riportato alcuni interrogativi comuni a molte persone interessate ad intraprendere un percorso con un professionista della salute mentale.

Hai altre domande? Scrivici, saremo liete di risponderti!


domande generali

Che cadenza hanno le sedute e quanto dura ciascun incontro?

Una seduta dura tipicamente 60 minuti.

La cadenza degli incontri, sia in studio che on-line, deve tenere conto sia dell’efficacia del trattamento secondo il professionista sia delle esigenze del paziente. Per questo viene definita di comune accordo.

Di solito, la cadenza dei colloqui può essere settimanale, quindicinale o mensile a seconda della valutazione diagnostica del professionista e dello stato di necessità del cliente.

La cadenza, come la durata del percorso terapeutico, possono essere concordate di volta in volta o periodicamente da terapeuta e paziente.

Durante la terapia si fanno test psicologici?

E’ possibile che in fase iniziale o nel corso di una terapia, il professionista decida di somministrare al paziente uno o più test di tipo psicologico.

Tale decisione deriva dall’esperienza del terapeuta e dal suo modo di lavorare, o anche da un bisogno manifestato dal paziente.

Il professionista si impegna a dare al paziente una restituzione di quanto emerso dalla somministrazione del test in maniera chiara ed esaustiva, secondo quanto stabilito dal Codice Deontologico degli Psicologi.


Come faccio a detrarre le spese del supporto psicologico e della psicoterapia?

La professione di psicologo rientra tra le professioni sanitarie, pertanto le prestazioni di supporto psicologico e psicoterapia possono godere della detrazione fiscale riservata alle spese sanitarie. Come riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate, “la misura della detrazione che è possibile portare in detrazione dall’Irpef è pari al 19% delle spese sanitarie per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro. In sostanza, la detrazione spettante è pari al 19% della differenza tra il totale della somma spesa e la franchigia di 129,11 euro.” 

Per poterne usufruire, il pagamento deve essere tracciato (tramite bonifico/pos/app di pagamento) di modo tale che possa essere stampata la ricevuta da allegare alla fattura stessa.

Tale documentazione (fatture e ricevute di pagamento) deve essere conservata e consegnata al proprio commercialista così da poterle dichiarare a fine anno ed ottenere la detrazione.

Inoltre, nel consenso informato di inizio trattamento, il professionista deve richiedere autorizzazione a caricare lui stesso sul sistema Tessera Sanitaria i dati della fattura e la modalità di pagamento, così che il paziente li ritrovi già presenti nella dichiarazione 730 precompilata; questa autorizzazione può essere concessa o meno dal paziente, a sua discrezione.

Da che età un bambino può andare in terapia?

Nello studio BeYou Lab lavoriamo direttamente con bambini a partire dall’età scolare (6/7 anni).

Se la richiesta di aiuto dovesse riguardare un minore di età inferiore, solitamente le sedute si svolgono solo con i genitori e/o chi se ne prende cura, eventualmente richiedendo la presenza del minore in fase iniziale al fine di valutare direttamente le dinamiche in gioco nel nucleo familiare.

Posso decidere di interrompere la terapia? Come?

La fine di un percorso terapeutico è parte integrante del percorso stesso e per questo motivo solitamente viene concordata insieme da paziente e terapeuta.

Tuttavia può succedere che il paziente voglia interrompere il rapporto con il professionista, e ciò è possibile in qualsiasi momento. Si richiede a tal fine di comunicare la volontà di interruzione, rendendosi disponibile ad effettuare un ultimo incontro finalizzato alla sintesi del lavoro svolto fino ad allora.

Quanto dura un percorso di sostegno psicologico/ psicoterapia/ mediazione? 

La durata di un percorso psicologico/ mediatorio/psicoterapeutico  può variare a seconda della percezione e della valutazione dello stato di necessità del cliente. Si può ipotizzare da subito un numero di colloqui utili ad identificare e delineare un percorso idoneo che vada costruito ad personam: secondo le esigenze e possibilità del cliente e la valutazione diagnostica del professionista. 

In quale caso lo psicologo mi può proporre di consultare anche altri professionisti?

Quante più informazioni si posseggono sullo stato di salute del cliente (sia a livello psichico che a livello fisico) tanto più si avrà la possibilità di poter intervenire al riequilibrio del benessere a 360 gradi. Per questo motivo, lo psicologo potrebbe ritenere utile il consulto di un altro professionista, ossia in quei casi in cui sentisse la necessità di rintracciare ulteriori informazioni utili ad intervenite specificatamente sullo stato di necessità portato dal cliente.


Come faccio a scegliere un professionista che si occupa di salute mentale giusto per me?

La scelta del professionista più adatto per le necessità di una persona concerne due ambiti: il primo, inerente maggiormente alla professione, risponde alla domanda “questo professionista può aiutarmi per il mio problema?”; il secondo, più personale, concerne un aspetto più relazionale di interazione tra professionista e paziente.

Da un punto di vista professionale, i professionisti della salute mentale, oltre ad avere una formazione teorica e pratica a 360 gradi sul disagio di natura psichica e relazionale, generalmente tendono a specializzarsi su interventi in casi specifici. Questo si traduce nella possibilità, da parte del paziente di poter domandare al professionista se questo si occupi della problematica portata. D’altra parte, il professionista provvederà a prendere in carico la richiesta di aiuto solamente nel caso ritenga di avere le competenze necessarie, come da Codice Deontologico degli Psicologi.

Dal punto di vista relazionale, invece, la persona potrà valutare nei primi colloqui se si sente a proprio agio, accolta, ascoltata, non giudicata ed inoltre se avverte quella spinta motivazionale fondamentale a volersi mettere in gioco insieme a quel professionista. Tutte le professioniste del team Be You Lab, rendono oggetto del primo colloquio anche questo importante aspetto, come specificato più avanti alla domanda “Cosa succede durante il primo colloquio?”.

primo incontro

Come posso prendere appuntamento?

Puoi trovare i nostri contatti nella sezione “Contatti” presente nel sito.

Mandando una mail o telefonando potrai prendere un appuntamento. Se hai già deciso con chi intraprendere il tuo percorso psicoterapeutico basterà comunicare il nome della professionista. Nel caso in  cui non avessi preferenze, lo staff BeYou Lab deciderà il terapeuta sulla base delle richieste.

Cosa succede durante il primo colloquio?

Durante il primo colloquio vengono registrati i dati anamnestici e condiviso il motivo della richiesta d’aiuto. Il paziente sarà libero di parlare e raccontare le motivazioni che l’hanno spinto a chiedere il consulto. Il terapeuta potrà chiedere al paziente di compilare alcuni test che aiuteranno la coppia terapeuta – paziente a centrare meglio l’obiettivo terapeutico.

A fine colloquio, il terapeuta dedicherà alcuni minuti per spiegare le procedure e il possibile andamento del percorso, leggerà insieme al paziente il contratto terapeutico che entrambi firmeranno e condividerà un resoconto delle sue prime impressioni.

Dopo il primo colloquio il paziente avrà la possibilità di scegliere se continuare il percorso terapeutico e dovrà quindi comunicarlo al terapeuta.

Se mio figlio è minorenne, devono partecipare entrambi i genitori al primo colloquio?

Si, è importante che al primo colloquio, e a tutti i colloqui di restituzione concordati con il professionista, siano presenti entrambi i genitori. Il contratto terapeutico e il consenso informato dovranno essere firmati dal terapeuta e da entrambi i genitori. 

Se il paziente è adolescente, il terapeuta potrà decidere di far firmare il contratto anche all’adolescente per costruire un maggiore legame.

Il primo colloquio sarà suddiviso in due momenti: il primo momento dedicato all’incontro tra terapeuta e paziente e il secondo momento dedicato all’incontro con la famiglia.

Per prendere appuntamento con lo psicologo serve la prescrizione medica?

BeYou lab è uno studio di professionisti che lavorano nel privato; dunque non è necessaria la prescrizione medica.

Se ho un sintomo fisico, può essermi utile un percorso con uno psicoterapeuta?

Quando è presente un sintomo fisico, è importante determinarne la provenienza.

Nel caso in cui il consulto da un medico non riscontri una causa organica al malessere, può essere utile indagare anche da un punto di vista psicologico lo stato di benessere della persona.

Entra qui in gioco lo psicoterapeuta che valuterà se il sintomo sia di natura psicosomatica. In caso positivo, si rende necessario un percorso integrato che guardi sia al corpo che alla mente.

Per questo motivo, BeYou Lab collabora con altre figure professionali quali osteopati, fisioterapisti, nutrizionisti e medici di base con cui è possibile elaborare un piano di lavoro congiunto, in modo da  prendere il paziente  in carico a 360 gradi.

tipologie di terapia

In cosa consiste una consulenza psicologica?

Una consulenza psicologica è un percorso interiore che una persona decide di intraprendere spinta dalla necessità o volontà di esplorare e risolvere problematiche delineate e specifiche, con l’obiettivo di migliorare il livello di benessere, di sviluppo personale e la qualità della propria vita.

Psicologo e paziente lavorano sulle risorse di quest’ultimo già presenti, per metterle a fuoco e rafforzarle.

La consulenza psicologica tratta problematiche legate a crisi e rotture di equilibri che ricorrono comunemente durante tutto il corso della vita, come anche ripartenze da una situazione di blocco.

Ad esempio:
– Difficoltà scolastiche
– Cambiamenti lavorativi
– Costruzione di una famiglia
– Sostegno alla genitorialità
– Scelte educative
– Indecisione riguardo il percorso di studi
– Pensionamento

Che cos’è il coaching sportivo?

La Psicologia dello Sport è un settore che studia gli aspetti psicologici, sociali, pedagogici e psico-fisiologici che influenzano e sono influenzati dalla prestazione nello sport e dalla partecipazione all’esercizio fisico.

Il lavoro del coach sportivo si rivolge all’atleta, al team, agli allenatori e ai genitori ed ha come obiettivo principale di valorizzare ed incrementare le risorse presenti in ciascuno.

Il coach sportivo affianca il lavoro dell’allenatore, del preparatore atletico e del medico nel momento in cui la difficoltà da superare non è solo organica.

Alcuni esempi di intervento sono:
– Ansia da prestazione
– Trauma dovuto ad un infortunio
– Difficoltà comunicative tra le figure che ruotano intorno alla prestazione, quindi Atleta/i, Allenatore, Staff manageriale, Staff medico, Sponsor e Genitori (in caso di atleta minorenne).
– Formazione Psicoeducativa per gli Allenatori.

Che cos’è una Terapia famigliare?

La terapia familiare è una forma di psicoterapia che si focalizza sul sistema famiglia e sulle complesse relazioni che si vengono a creare al suo interno. L’ obiettivo di una terapia di questo tipo è quello di aiutare le persone a risolvere i disagi e le sofferenze dell’intero nucleo familiare o di uno solo dei suoi componenti. Questo tipo di intervento prevede la presenza , nella stanza di terapia, di tutti i membri del nucleo famigliare (genitori e figli). Il terapeuta potrebbe valutare, nell’intera durata del percorso, la necessità di incontrare solo i genitori o solo i figli, ma pur sempre in una cornice di coinvolgimento dell’intero sistema famiglia al fine di ristabilire degli equilibri relazioni sani per tutti i suoi membri.

Che cos’è una Mediazione?

La mediazione familiare interviene in una fase in cui la coppia ha già deciso di separarsi e ci si avvia alla definizione dei parametri organizzativi per la gestione dei figli e per il loro mantenimento economico.

Il mediatore gestisce le rispettive richieste, cerca le possibilità e incoraggia verso un accordo comune; egli andrà a potenziare le decisioni proposte dai due coniugi, favorendo che esse siano prese di comune accordo attraverso un’attenta fase di negoziazione, delineando linee concrete di condotta volte al soddisfacimento delle esigenze di entrambi e finalizzate al mantenimento del benessere dei minori qualora fossero presenti.

Che cos’è una psicoterapia?

Una psicoterapia è un percorso che una persona decide di intraprendere quando alcune difficoltà emotive e relazionali interferiscono in maniera importante con le sue normali attività quotidiane.

Grazie a questo percorso il paziente può lavorare sulla ristrutturazione e riorganizzazione della personalità che avviene soprattutto attraverso la relazione terapeutica con lo psicoterapeuta.

Esempi di ambiti di intervento sono difficoltà emotive e relazionali; Traumi; Disturbi d’ansia; Disturbi dell’umore; Disturbi dell’alimentazione; Lutti e perdite

Durante un percorso di psicoterapia:
– Impari ad ascoltare i tuoi bisogni
– Riesci a definire i tuoi confini
– Puoi uscire dalla tua Comfort Zone
– Accedi a risorse che non conoscevi
– Aumenti la tua consapevolezza corporea
– Impari a comprendere i tuoi schemi ricorrenti
– Riconosci il funzionamento delle relazioni
– Migliori la tua autostima

Che cos’è l’EMDR?

L’EMDR è un acronimo che si riferisce a Movimenti oculari per la desensibilizzazione e il riprocessamento (in inglese: Eye Movement for Desensitization and Reprocessing). Consiste in una tecnica che uno psicoterapeuta può utilizzare all’interno di un percorso psicoterapeutico per aiutare il paziente a elaborare il ricordo di un’esperienza particolarmente difficile, in cui la persona ha percepito che la propria o altrui integrità e salute sono state messe in serio pericolo, o di una condizione ripetuta di stress e sofferenza psicologica.

L’utilizzo di  questa tecnica richiede che il terapeuta ponga alcune specifiche domande al paziente, unitamente ad una stimolazione bilaterale che può essere oculare o tattile.

Lo scopo di questa tecnica è quello di desensibilizzare il ricordo; esso farà sempre parte della memoria della persona ma in forma elaborata così da non essere più così doloroso ed attivante.

L’EMDR risulta uno degli strumenti al momento maggiormente validati e aggiornati per l’elaborazione dei ricordi traumatici. Tuttavia, si specifica che in alcuni casi può non essere sufficiente elaborare il ricordo in se’ per ripristinare uno stato di benessere, bensì può rendersi necessario occuparsi del malessere riportato in maniera più estesa.

Che cos’è un Psicoterapia di coppia?

La terapia di coppia offre aiuto psicologico alle coppie che vivono una crisi coniugale. Essa, infatti, mette a disposizione dei partner uno spazio dove poter esprimere liberamente i propri sentimenti, le proprie opinioni e le proprie difficoltà, offrendo a entrambi la possibilità di sperimentare una dimensione comunicativa più efficace, finalizzata a risolvere le questioni problematiche. Questo tipo di intervento prevede la compresenza di entrambi i membri della coppia, fatta eccezione di quei casi in cui il terapeuta valuti, in corso d’opera, la necessità di poterli incontrare ,anche e non solo, separatamente.

Costruiamo qualcosa di meraviglioso insieme.